Oggi una notizia per chi già ha confidenza con i sistemi di gestione per la sicurezza: a partire dal prossimo 10 marzo (2020), lo standard BS OHSAS 18001:2007 verrà definitivamente messo a riposo a favore del nuovo standard internazionale ISO 45001:2018 (versione italiana del 13 marzo 2018, UNI ISO 45001:2018).
Ma che cosa accadrà? Che cosa deve fare chi ha un sistema di gestione per la sicurezza certificato rispetto allo standard britannico?
Tempistiche di transizione dalla 18001 alla 45001
Il nuovo standard ISO 45001 è stato pubblicato il 12 marzo 2018 e la migrazione dal vecchio standard BS OHSAS 18001 al nuovo standard è stata pianificata come di consueto in 3 anni, ossia:
- il vecchio standard sarà ritirato in data 12 marzo 2021 e a partire da quella data le certificazioni rispetto allo standard britannico non godranno più di alcun riconoscimento;
- sino al 12 marzo 2021 restano valide sia le certificazioni emesse a fronte della nuova norma sia le certificazioni emesse a fronte della BS OHSAS 18001:2007;
- tutte le certificazioni rilasciate secondo lo standard BS OHSAS 18001 durante il periodo di migrazione avranno una durata inferiore ai tre anni , e sul certificato sarà riportata come scadenza l’11 marzo 2021.
Ma c’è un obbligo aggiuntivo: a partire dal 12 marzo 2020 gli enti di certificazione potranno effettuare audit solo secondo i requisiti dello standard 45001.
Come avviene la transizione della certificazione
L’audit di migrazione della certificazione del proprio sistema di gestione alla nuova norma può essere effettuato in concomitanza con un audit di mantenimento (secondo o terzo audit del ciclo triennale) oppure con un audit di rinnovo, aggiungendo in entrambi i casi almeno 1 giorno-uomo alla durata pianificata originariamente. È quindi opportuno richiedere l’adeguamento del contratto con l’ente di certificazione.
Si può prevedere la pianificazione di un audit straordinario per la verifica della migrazione alla nuova norma, ma questa possibilità è poco pratica e più onerosa in termini economici e di impegno di tempo.
Come anticipato, a partire dal 12 marzo 2020 gli enti di certificazione renderanno vincolante l’applicazione dei requisiti dello standard ISO 45001, ma perché la certificazione sia riconosciuta, l’ente dovrebbe essere già accreditato per il nuovo standard internazionale. In caso contrario, durante l’audit di transizione il sistema di gestione verrà valutato sia rispetto allo standard BS OHSAS 18001:2007 sia rispetto allo standard ISO 45001:2018 e, alla conclusione dell’iter di transizione dell’accreditamento, l’ente di certificazione provvederà a riemettere il certificato accreditato.
Per approfondire le novità dal lato degli enti di certificazione, è possibile consultare la Circolare informativa DC N° 08/2018 di Accredia.
Attenzione ai bandi di gara
Quando ci si trova nelle fasi di passaggio da una vecchia norma a una nuova capita spesso che qualcuno si perda informazioni più o meno di dettaglio… Per esempio, potresti incappare in bandi di gara che non tengono conto di tutti i passaggi richiesti per la transizione delle certificazioni dallo standard 18001 allo standard 45001 e, magari, escludere i riferimenti alle certificazioni BS OHSAS 18001 a favore di quelli alle certificazioni UNI ISO 45001 o viceversa. Che cosa fare? Sempre meglio segnalare l’aspetto alla stazione appaltante attraverso la presentazione di un quesito, eventualmente richiedendo il supporto del tuo consulente o direttamente dell’ente di certificazione per formularlo in modo puntuale.
Che cosa cambia, in sintesi, dallo standard 18001 allo standard 45001
La pubblicazione di uno standard internazionale (ISO) consente prima di tutto di superare il problema della riconoscibilità delle certificazioni dei sistemi di gestione della salute e sicurezza a livello internazionale. In origine, infatti, era stata la prassi, ossia l’assenza di uno standard internazionale, a diffondere il ricorso su scala globale allo standard 18001, che era però uno standard britannico (BS sta per British Standard) e come tale non consentiva il mutuo riconoscimento delle certificazioni emesse dagli enti dei diversi Stati (aspetto con risvolti pratici per chi opera su scala internazionale).
Inoltre il nuovo standard ISO adegua la struttura e la logica a quella dell’ultima edizione degli standard di riferimento per i sistemi di gestione per la qualità (ISO 9001:2015) e per l’ambiente (ISO 14001:2015), nell’ottica di semplificare lo sviluppo di sistemi di gestione integrati, quindi strutturati in modo da rispondere contemporaneamente ai requisiti dei diversi standard di riferimento.
Uguale struttura significa anche uguale approccio, basato su
- valutazione del rischio;
- analisi del contesto dell’organizzazione;
- partecipazione attiva dell’alta direzione;
- consultazione e partecipazione dei lavoratori.
Per iniziare un confronto più dettagliato tra i due standard, ti invito a consultare la tabella di comparazione che puoi scaricare al link riportato di seguito. Se sei in cerca di soluzioni operative, invece, bisogna passare alla consulenza sul campo in quanto è necessario valutare sia come opera l’organizzazione sia la struttura attuale del sistema di gestione.