Le obiezioni dei lavoratori ai corsi sulla sicurezza

Ho deciso di scrivere un articolo scomodo. Un articolo che raccoglie le obiezioni che ho sentito esprimere da più lavoratori durante i miei corsi sulla sicurezza. E non si tratta di obiezioni alla mia docenza, ma all’utilità o all’applicabilità delle nozioni che si cerca di trasmettere. Perché pubblicare queste obiezioni? Perché danno l’idea della complessità della situazione e rappresentano gli ostacoli da affrontare se si vuole che la formazione sia efficace. Ma, se si vuole essere intellettualmente onesti, bisogna anche ammettere che offrono spunti per migliorare l’organizzazione del lavoro in azienda.

“Sono cose inutili”

Ci sono casi in cui l'idea che i corsi sulla sicurezza siano inutili è una certezza fondata su due dati:

A volte è solo un pregiudizio. Chi esprime questa opinione si è appena seduto in aula e non saprebbe dire con precisione di che cosa si parlerà. Provare a verificare se cambia idea durante la lezione è un modo per testare la propria capacità di ascolto, qualità essenziale per un docente.

Ci sono casi, però, in cui l’idea che i corsi sulla sicurezza siano inutili è una certezza fondata su due dati:

  1. l’esperienza di innumerevoli volte in cui il lavoro è stato effettuato senza accorgimenti, e senza che nessuno (per fortuna o destino) si sia fatto nulla. Come se il non aver sperimentato direttamente il problema dimostri quanto il problema sia futile o del tutto inesistente;
  2. l’ostilità con cui alcune procedure sono accolte da parte di superiori o proprietà aziendali. In pratica questa ostilità genera una sensazione di impotenza rispetto a un metodo di lavoro che non si può decidere in autonomia, se non rischiando di creare tensioni nei rapporti di lavoro, pur nella certezza della sua bontà. E arriva anche a produrre situazioni di imbarazzo, con personale che viene deriso e sminuito anziché apprezzato per aver ricordato di mettere in pratica quello che gli è stato insegnato.
Oltre a confermare il fatto che la rapidità, considerata sinonimo di produttività, viene spesso prima della sicurezza, questa obiezione rivela quanto sia radicata l'idea che la sicurezza sia un dettaglio slegato dalla quotidianità operativa.

“Non abbiamo tempo di fare quello che dite”

Oltre a confermare il fatto che la rapidità, considerata sinonimo di produttività, viene spesso prima della sicurezza, questa obiezione rivela quanto sia radicata l’idea che la sicurezza sia un dettaglio slegato dalla quotidianità operativa, una cornice entro la quale forzare comportamenti e procedure. E non, al contrario, una componente essenziale del proprio lavoro, necessaria perché lo si possa definire eseguito a regola d’arte.

“Bella la teoria! Però in pratica non funziona così”

Non è sufficiente sapere quali sono i vincoli della sicurezza, ma bisogna anche capire quali sono i principi su cui questi vincoli si fondano: questo è l'unico modo per affrontare le difficoltà operative.

Ci sono tante prescrizioni nella normativa in materia di sicurezza, ma la sicurezza non è solo una lista di obblighi e divieti da mettere in atto. E questa è forse la questione più complicata da trasmettere, quella che rende più immediato lo scontro tra l’approccio burocratico-intellettual-intransigente e quello operativo-maneggione-sbrigativo. Il fatto è che non è sufficiente sapere quali sono i vincoli della sicurezza, ma bisogna anche capire quali sono i principi su cui questi vincoli si fondano: questo è l’unico modo per affrontare le difficoltà operative, le situazioni differenti e mutevoli e tutte le variabili del comportamento umano. L’obiettivo dei corsi sulla sicurezza è far capire che l’antidoto alle difficoltà operative non è trascurare i vincoli di legge, ma trovare una soluzione che non li violi.

Soluzioni ne abbiamo?

Non ho una soluzione efficace alle obiezioni dei lavoratori ai corsi sulla sicurezza. Ho più che altro una proposta, che consiste nel non fare finta di non sentire ma anche nell'evitare di giudicare.

Se avessi una soluzione, cioè una risposta efficace, sempre e comunque, a queste obiezioni, non sarei qui a parlarne. Ho più che altro una proposta, che consiste nel non fare finta di non sentire ma anche nell’evitare di giudicare. Credo che il primo passo da fare sia quello di accogliere queste obiezioni e provare a mostrare la questione da un altro punto di vista, spostando l’attenzione da ciò che sarebbe bello gli altri facessero a quello che ciascuno di noi può iniziare a fare.

Poi, magari, un giorno parlerò delle obiezioni dei datori di lavoro… Poi. Magari.

2 risposte a “Le obiezioni dei lavoratori ai corsi sulla sicurezza”

  1. Buongiorno Stefania.
    Direi che sono obiezioni ricorrenti da parte dei lavoratori.
    Sul primo punto farei riflettere i partecipanti sulla fascia di età dei lavoratori che hanno piu’ infortuni. Sono i piu’ esperti , i più anziani, quelli che innumerevoli volte hanno effettuato il lavoro senza accorgimenti. Quindi non va sempre bene e basta una sola volta per subire poi un danno di notevole entità.
    Sul punto due direi di riflettere sul fatto che una procedura è stata valutata da personale esperto che ha messo a confronto piu’ modi di operare e alla fine il sistema che da’ migliori garanzie in termini di sicurezza fa nascere la procedura. Se torniamo a lavorare utilizzando un metodo diverso ritorniamo ad avere rischi maggiori. Sul fatto della derisione e di essere sminuiti deve intervenire il DL oppure il Dirigente creando una cultura ad hoc sulla sicurezza e incentivando/premiando in qualche modo i comportamenti corretti. Sulla questione di non avere tempo direi che è un alibi utilizzato per fortuna solo da una minima parte dei lavoratori. In questo caso potremmo fare l’esempio della nostra auto personale. Chi di noi non farebbe controllare ad esempio i freni , il livello dell’olio o l’usura dei pneumatici solo perchè non ha tempo. ? Se osserviamo la questione nel brevissimo tempo dei vantaggi ci sono , ma sicuramente nel medio , lungo termine questo modo di agire non è premiante. Ultimo punto obblighi e divieti. E’ normale che esistano , perchè stiamo parlando di una materia molto complessa. Osserviamo per analogia quello che sta accadendo con il covid. Non siamo costretti a rispettare tanti obblighi e divieti ? Eppure ancora non riusciamo a risolvere il problema. Non tutte le questioni sono semplici , occorre a volte affrontarle con diligenza e rigore , solo attraverso il miglioramento continuo riusciremo a risolvere i problemi , considerando che un rischio residuo rimarrà sempre come ulteriore margine di perfezionamento.
    Sono le mie opinioni personali , dopo diversi anni di formazione in aula e oggi purtroppo a distanza. Non tutte saranno condivisibili e se ritiene opportuno sono disponibile comunque a trattarle in maniera piu’ dettagliata e a confrontarci perchè ritengo sempre utile uno scambio di opinioni.
    Ottimo fine settimana , Maurizio

    1. Buongiorno Maurizio, prima di tutto grazie per il tempo che hai dedicato alla lettura dell’articolo e alla risposta.

      A proposito delle tue parole, le ho trovate molto puntuali e pacate, e mi piace il tuo riferimento alla quotidianità perché mostra quanto la sicurezza non sia solo una sfaccettatura del lavoro ma una componente della vita di tutti i giorni. Potrei concludere che le tue opinioni personali sono molto vicine alle mie, ma non è in fondo ciò che conta, anche se questo tipo di sintonia è una “forza” sul fronte della sensibilizzazione sul tema e della pratica della sicurezza. L’unione fa la forza, si dice, e questo è vero anche per la sicurezza.

      Insisto solo su un punto perché credo faccia la differenza tra la possibilità o meno di una comunicazione effettiva con chi è restio a sposare la mentalità della sicurezza. E la metto in forma di domande:
      1. credi che i tuoi esempi e le tue riflessioni possano raggiungere chiunque? Oppure possono toccare davvero solo chi riconosce un valore alla sicurezza?
      2. i dati sono sufficienti per raggiungere chi non vuole nemmeno provare a concedere il beneficio del dubbio a un nuovo modo di lavorare nella quotidianità in sicurezza? Oppure serve puntare su altri contenuti? Quali?

      Ti auguro un buon inizio di settimana,
      Stefania

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *